Cosa insegnano i genitori ricchi ai figli? In questo articolo ti spiegherò il metodo che i ricchi insegnano ai loro figli su come gestire il loro denaro e far sì che esso si moltiplichi esponenzialmente, attraverso la recensione del libro best seller “Padre ricco padre povero” di Robert Kiyosaki.
Fermo. So già a cosa stai pensando.
No, non ti preoccupare, non si tratta di un contenuto del tipo “sono veramente euforico!”, e come potrai accorgerti più avanti durante la lettura non ti spiegherò nessuna ricetta magica per farti diventare dall’oggi al domani il nuovo Donald Trump de’ noantri.
Quello che ti spiegherò invece è l’approccio che ogni ricco (nessuno escluso) ha adottato sul lungo periodo per diventare quello che è.
Cominciamo!
Indice
Il mio primo libro sulla finanza personale
“Padre ricco padre povero” probabilmente è stato il primo libro che ho letto sulla finanza personale, ma così è stato per altre centinaia di migliaia di persone nel mondo.
Nel web esistono infiniti articoli e video i quali parlano di questo libro uscito nel 2002 che ha venduto complessivamente 32 milioni di copie (pochine, né?!). La maggior parte di questi contenuti sono abbastanza anonimi e si limitano a descrivere i punti salienti del libro, elogiandolo al tempo stesso (e io non farò da meno, almeno per quanto riguarda gli elogi).
Se hai già letto questo blog, sai già che cerco di guardare con occhio critico ogni aspetto dei libri che leggo o dei servizi che provo, e lo stesso vale per questo libro.
Ma andiamo con ordine, partendo proprio dall’aspetto più negativo del libro: la copertina.
Guarda la copertina.
Ora dimmi (e perdonami il francesismo): quanto fa schifo?!
Possibile che la copertina di un best seller mondiale da 32 milioni di copie vendute abbia uno sfondo viola con le scritte gialle (di un font peraltro discutibile) e il faccione dell’autore sorridente in primo piano?
“Ma che è ‘sta cafonata?”.
Tuttavia mi hanno insegnato che un libro non si giudica dalla copertina (e per fortuna!).
Scherzi a parte, posso dire con certezza che “Padre ricco padre povero” sia il libro che in assoluto ha cambiato il mio modo di vedere i soldi.
Adesso ti spiego il perché, partendo dal raccontarti la storia dell’autore: Robert Kiyosaki.
Robert Kiyosaki è un imprenditore giappo-americano
Robert Kiyosaki è un imprenditore, investitore e divulgatore.
Seppur oggi viva in Arizona con la moglie, Kiyosaki è nato e cresciuto alle Hawaii. Da questo si spiegano le sue origini giapponesi: il Giappone è tutto sommato poco distante dalle isole hawaiane e la comunità nipponica in queste ultime è incredibilmente numerosa.
È proprio alle Hawaii che si ambienta la storia del libro “Padre ricco padre povero”.
Oggi è conosciuto principalmente come l’autore di “Rich dad poor dad” e di tutta la collana di libri ad esso collegata, ma la sua attività di uomo d’affari comincia ben prima. Nel 1977 fondò una società che produceva portafogli in nylon con chiusura in velcro. Tra le sue attività più redditizie c’è inoltre quella della compravendita di immobili: grazie al suo patrimonio immobiliare è riuscito ad ottenere gran parte delle sue ricchezze.
Robert Kiyosaki è un imprenditore che ha creato il suo successo da zero. Grazie agli insegnamenti del suo libro ha permesso a centinaia di migliaia di persone di formarsi in tema di finanza personale.
Qual è l’obiettivo di “Padre ricco padre povero”
Come avrai potuto capire, il libro non è un manuale per diventare ricchi, né ha le pretese di insegnarti come fare soldi con facilità, anche perché sarebbe impossibile. Al contrario, si tratta di un testo pratico e onesto. Adesso hai capito perché la copertina ne non rispecchia il contenuto effettivo?
L’obiettivo di Kiyosaki è quello di:
- Sensibilizzare al tema finanziario.
- Insegnare approcci alla buona gestione del proprio portafoglio.
- Portare esempi di vita reale di come lui è riuscito a raggiungere la ricchezza.
In sintesi, grazie a “Padre ricco padre povero” sarai in grado di cominciare il tuo percorso verso una buona gestione economica. Il sogno della maggior parte delle persone è di diventare ricche, ma a conti fatti pochissime di esse lo raggiungono. La realtà è che la ricchezza in sé non è misurabile e quantificabile. Il libro non ti insegna a generare una quantità di denaro sempre maggiore, ma a gestire meglio il denaro che hai a disposizione, aiutandoti a vivere con più serenità e al tempo stesso ad accrescere eticamente il tuo patrimonio.
Niente di più, niente di meno.
“Padre ricco padre povero” è un’americanata?
Quando si comprano prodotti americani si corre sempre il rischio di incappare nei soliti minestroni motivazionali del “credi in te stesso e otterrai ciò che vuoi”.
Appurato il fatto che gli argomenti “self-help” e “motivazione” non sono assolutamente da vedere negativamente se affrontati con serietà (ne è un esempio l’investitore Ray Dalio con il suo libro “I principi del successo“), c’è da dire che, se fine a se stessi, sono inutili. La maggior parte dei libri motivazionali, senza giri di parole, sono fuffa.
La componente motivazionale in “Padre ricco padre povero” è presente a piccole dosi, ma è principalmente una questione culturale. Se in Italia non è vista di buon occhio, al contrario negli Stati Uniti fa parte del retaggio culturale del cosiddetto “Sogno americano”.
Quindi, “Padre ricco padre povero” non è la classica americanata, perché abbondantemente condito con pragmatismo ed esempi concreti.
Ma mi sono dilungato troppo. Sto finalmente per raccontarti, in sintesi, il contenuto del libro.
Padre ricco padre povero: la recensione
“Padre ricco padre povero – Quello che i ricchi insegnano ai figli sul denaro” è un libro corto, non tecnico, con un linguaggio semplice e una lettura scorrevole. A raccontarti per filo e per segno ogni suo dettaglio rischierei davvero di spoilerarti la storia (perché alla fine è proprio l’abilità di storytelling dell’autore a tenerti incollato al libro).
Mi limiterò quindi a sintetizzarti i concetti chiave del libro.
L’uomo con due padri
Robert Kyosaki nella sua vita ha avuto due padri: uno biologico e uno acquisito.
I due padri erano estremamente diversi l’uno dall’altro:
- Il primo (quello biologico) era un professore universitario, persona di grande intelligenza e di vastissima cultura. Condusse una vita all’insegna dell’arricchimento intellettuale, ottenendo tutto quello che una persona possa raggiungere a livello di istruzione. Tuttavia, nonostante avesse un posto da professore, passò tutta la sua esistenza a pagare debiti, vivendo una vita di stento.
Come avrai capito si trattava del padre povero. - Il secondo era una persona semplice. Non ebbe la fortuna di studiare, fermandosi alla terza media. Nonostante tutto divenne una delle persone più ricche delle Hawaii, lasciando le sue ricchezze alla famiglia e in beneficenza.
Non servono altri dettagli per capire che si trattava del padre ricco.
Avere avuto due padri così diversi si rivelò un’autentica fortuna per l’autore. Comprendere i punti di vista di entrambi gli permise di farsi un’idea su quali fossero gli insegnamenti che dovesse seguire per raggiungere la felicità.
Non è troppo difficile capire quale padre prese come riferimento.
“Dario, ma nello specifico che cosa insegnavano i due padri?”
Te lo spiego nei prossimi paragrafi.
Cosa insegnava il padre povero
La filosofia di vita del padre povero era semplice e vincolata da paletti. In particolare:
- Lo studio è fondamentale per essere assunto in un’azienda che ti piace.
- Se una cosa non puoi permettertela, non puoi permettertela e basta.
- Possedere un tetto sopra la testa è il migliore investimento per vivere una vita serena.
- Sono nato povero e morirò povero. I ricchi sono ricchi perché lo erano già alla nascita.
Puoi benissimo immaginarti come questa mentalità portò il padre povero a vivere una vita di stenti economici. Lavorava molto e otteneva un misero stipendio che spendeva per intero in tasse e beni non di prima necessità.
E il padre ricco?
Cosa insegnava il padre ricco
Sembrerà scontato, ma il padre ricco i paletti semplicemente non se li poneva, e questa fu la base del suo successo. In particolare:
- Lavora sodo per fondare un’azienda, o guadagna abbastanza per comprartela.
- Se una cosa non puoi permettertela, è solo una situazione temporanea. Comincia a domandarti in che modo potrai ottenerla.
- Compra immobili da mettere in affitto per generare un reddito passivo. Possedere una casa di proprietà è un debito.
Una banalità? Forse. O forse no. Una cosa è certa. Applicare questi semplici concetti portò Kiyosaki a diventare una delle persone più ricche d’America.
Il resto del libro approfondisce in dettaglio due concetti fondamentali: la corsa del topo e il cashflow, che sto per spiegarti.
La corsa del topo
“Corsa del topo” (in inglese “Rat race”) è un termine coniato da Kiyosaki stesso e introdotto per la prima volta proprio in questo libro. Dal 2002 ad oggi è stato usato così tanto (non solo dall’autore) che è entrato di diritto nelle terminologie ufficiali della finanza personale.
Che cosa è la corsa del topo?
Semplice. Hai mai avuto un criceto? Se la risposta è sì, sicuramente sei al corrente che a questi piccoli roditori piace correre, motivo per cui esistono le cosiddette “ruote” da installare nelle loro gabbiette.
I topolini corrono… corrono… corrono… ma non c’è una via di uscita!
E continueranno a rincorrere se stessi all’infinito senza essere in grado di uscirne.
Kiyosaki ritiene che le persone povere applichino (metaforicamente, si intende) lo stesso concetto.
Te lo spiego più in concreto.
Un lavoratore dipendente guadagna il suo stipendio. A inizio mese dà la priorità ai propri vizi, spendendo gran parte del denaro per beni che non generano reddito. Quello che non fa è pianificare invece le sue spese ricorrenti: i passivi. Nella vita di tutti i giorni i passivi sono le bollette, le tasse, il mutuo, e in generale tutte quelle spese in uscita di una persona.
Un tenore di vita al di fuori delle proprie possibilità aumenta le probabilità di finire nella corsa del topo.
Cosa fa a questo punto il lavoratore? Si crea debiti, perché ha pensato prima a soddisfare se stesso. Per rimettere in sesto questa situazione economica disastrosa decide quindi di lavorare ancora più duramente per ottenere una promozione a lavoro. Una volta ottenuta la promozione, però, la sua instabilità economica perdura. Nel frattempo ha infatti aumentato i suoi passivi: con uno stipendio più alto può permettersi di comprare più beni rispetto a prima. Magari si compra una casa con un mutuo. Magari fa un figlio.
E rimane intrappolato nella corsa del topo.
Alla base di tutto questo ci sono due principi:
- Non avere un tenore di vita in linea con le proprie possibilità.
- Non essere in grado di gestire le proprie finanze attraverso la creazione di un budget.
La cattiva alfabetizzazione finanziaria per Robert Kiyosaki è la piaga dei giorni nostri.
E io sono completamente d’accordo.
Diventare ricchi è più semplice di quello che pensi: il cashflow
Una regola generale per diventare ricchi in realtà esiste ed è estremamente semplice (ne parlo anche nella mia recensione de “L’uomo più ricco di Babilonia”):
- Accumula denaro.
- Riduci al minimo l’acquisto di beni che generano passivi.
- Il denaro accumulato usalo per comprare beni che generano reddito (gli attivi).
Applicando questa metodologia in maniera sistematica riuscirai a creare ricchezze esponenziali.
Nel libro l’autore spiega in dettaglio il concetto di “cashflow“, o se preferisci l’italiano “flusso di cassa”. Il flusso di cassa è tutto quello che entra ed esce da tuo conto bancario su cadenza regolare, per esempio mensile.
Durante la lettura troverai diversi schemi molto semplici sulla gestione del proprio flusso di cassa, come nella seguente immagine.
Quindi, per farti un esempio pratico, acquistare una macchina sportiva ti farà sicuramente apparire più figo agli occhi dei tuoi conoscenti, ma ti genera un passivo costante: il carburante (con un motore performante te ne servirà molto di più della media), l’assicurazione, il bollo.
Ricorda: Kiyosaki non ti sta insegnando a girare con una bicicletta sgangherata al posto dell’auto, ma a seguire un tenore di vita il linea con le tue possibilità. Prediligi quindi un’auto funzionale ed economica rispetto a una che ti richiede dei grandi sacrifici per il suo mantenimento.
Le mie opinioni su “Padre ricco padre povero”
“Dario, ma alla fine consigli di comprare il libro?”
Senza troppi giri di parole, sì. Penso che “Padre ricco padre povero” sia non solo un libro fondamentale da leggere, ma anche e soprattutto il pilastro principale su cui fondare la propria formazione finanziaria.
Puoi anche non essere direttamente interessato al tema “soldi”: il libro è così coinvolgente e basilare che lo potrebbe leggere anche un ragazzino senza annoiarsi.
Un libro che cambia completamente il tuo modo di vedere i soldi
Il libro va letto senza pregiudizi sulla questione “denaro”: viene facile giudicare la vita di imprenditori miliardari e asserire che i soldi non siano fondamentali per avere una vita felice.
Si tratta però di punti di vista soggettivi.
Kiyosaki è invece una persona oggettiva. Lui è diventato ricco con un approccio preciso sul denaro: sta a te decidere se seguirlo o meno, ma limitati a prendere una decisione sulla base delle tue aspettative economiche. Ognuno di noi nella vita ha infatti desideri e obiettivi diversi che vanno rispettati in egual misura, senza alcuna discriminazione.
Non ho mai nascosto che “Padre ricco padre povero” sia stato un libro che abbia sconvolto il modo in cui io approccio il denaro. I suoi insegnamenti sono stati fondamentali, e continueranno ad esserlo per il resto della mi vita.
Kiyosaki ha inventato un gioco da tavolo che insegna il cashflow
Come testimonia l’autore stesso, quando aveva 9 anni il suo padre ricco gli insegnò a giocare a Monopoly per insegnargli a diventare ricco. Non è un mistero che il Monopoly sia un gioco altamente istruttivo, e sicuramente avrai avuto l’occasione di giocarci almeno una volta nella vita.
Se non l’hai fatto, rimedia subito.
Ma eri a conoscenza del gioco da tavolo “Cashflow” ideato da Kiyosaki?
Probabilmente no. Neanche io lo ero, prima di leggere il suo libro.
Partendo dal metodo insegnato in “Padre ricco padre povero”, l’imprenditore hawaiano ha ideato infatti un gioco da tavolo, discretamente conosciuto soprattutto nel suo Paese nativo, gli Stati Uniti. Certo, non sarà celebre come il Monopoly che ormai tutti conoscono, ma è sicuramente un modo alternativo per farti entrare in testa i concetti di “corsa del topo” e “cashflow” divertendoti.
Tra l’altro Cashflow è disponibile anche in italiano, ordinabile su Amazon.
Chiudo l’articolo lasciandoti un video in cui Robert Kiyosaki spiega il funzionamento del gioco da lui inventato, invitandoti a commentare qui sotto per qualsiasi informazione.
A presto!
Crediti immagini: Unsplash, Amazon, Vecteezy, Rich Dad