5 motivi per cui conoscere la User Experience per un frontend developer

user experience per un frontend

User Experience per un frontend developer: ha davvero senso impararla?

User Experience” è un termine anche troppo inflazionato di questi tempi nel campo digitale. Ne parlano tutti senza effettivamente avere chiaro che cosa sia.

“Facciamo prima la UX e poi passiamo alla UI” è solo una delle tipiche frasi che potresti avere sentito nel mondo professionale. Per fortuna, però, è molto più di questo.

La User Experience non è un comparto stagno ma soprattutto non è una singola fase di un processo di produzione. Sia chiaro, per le aziende più o meno strutturate fa certo comodo settorializzarsi e avere figure professionali verticali sui vari aspetti progettuali di un prodotto. Ma avere conoscenze trasversali è cruciale per avere prodotti di qualità, per qualsiasi ruolo.

Se sei un frontend developer o un aspirante tale questo articolo fa al caso tuo. Ti spiegherò infatti perché è assolutamente fondamentale che tu conosca cosa sia la User Experience e perché dovrebbe diventare una parte integrante della tua mentalità da sviluppatore.

Lascia però che mi presenti, se già non mi conosci. Mi chiamo Dario De Micheli e sono uno UX Designer con diversi anni di esperienza in progetti digitali di diversa natura. Nella mia carriera ho finora avuto la possibilità di lavorare con aziende nazionali e internazionali. Sono anche un blogger professionista: nel mio blog nutforme.com parlo di strategie digitali, finanza personale e business.

Ma passiamo al sodo e partiamo con la spiegazione. Cominciamo!

5 motivi per cui conoscere la User Experience per un frontend developer

5 motivi per cui conoscere la User Experience per un frontend developer

1. Capirai che il design non è solo il disegno di un’interfaccia, ma molto di più

Sapresti tradurre in italiano la parola “design”? Probabilmente potresti cadere nell’errore comune di tradurla con “disegno”. La verità è che la traduzione letterale della parola inglese è “progettazione”. Il primo passo (da non designer) per capire l’importanza del design è proprio questo. Per progettare non bisogna essere degli artisti e non bisogna essere in grado di disegnare. Un buon progettista non necessariamente è un designer. Quindi, è fondamentale che ogni parte coinvolta nella creazione di un prodotto faccia il suo dovere nel contribuire a una buona progettazione. Ma se il design non è il semplice disegno di un’interfaccia, di che cosa si tratta in realtà? Beh, si tratta dell’identificazione delle personas, di una customer journey, della definizione di user stories che andranno poi declinate in funzionalità e di molto altro. Il mondo del design è veramente troppo vasto per potere essere spiegato in poche righe, a maggior ragione quello della User Experience. Il mio consiglio è di formarti attraverso i libri dei migliori autori sulla disciplina (te ne consiglio un paio alla fine dell’articolo).

2. La comunicazione con i designer sarà molto più semplice e immediata

Nella mia esperienza professionale ho quasi sempre fatto fatica a interfacciarmi con sviluppatori frontend che parlassero la mia stessa lingua. Chiaramente mi aspetto che loro pensino la stessa cosa di me, ma non è una colpa da imputare assolutamente a nessuno. Si tratta piuttosto di non possedere un linguaggio comune e si sa, le barriere linguistiche sono sempre state le più difficili da abbattere. Partendo dal presupposto che ormai nel 2020 sono tantissime le aziende che hanno adottato l’utilizzo di un design system per facilitare design e sviluppo in termini di tempistiche e collaborazione, ciò che conta davvero è la conoscenza di un linguaggio comune: questo permetterà una collaborazione efficiente. Una precisazione importante: per linguaggio comune intendo non solo l’utilizzo di terminologie tecniche, ma anche la costruzione di un framework di lavoro fondato sugli stessi tool, tempistiche e metodologie.

3. Capirai che un’interfaccia mobile non è una versione desktop adattata

Uno degli errori più comuni che un frontend developer fa quando sviluppa un’interfaccia mobile senza il supporto di un designer è pensare che si tratti semplicemente di adattare la versione desktop a uno schermo verticale e più piccolo. Beh… lascia che te lo dica… è sbagliatissimo! Partiamo da un presupposto: nel 2020 le persone navigano il web principalmente da mobile, e questo trend si consoliderà sempre più negli anni. Questo significa che lo schermo da cui dovrai cominciare a sviluppare non sarà un desktop, ma un mobile, seguendo il famoso approccio del “mobile first”. Avendo fatto questo preambolo, la problematica nello sviluppare interfacce responsive non risiede nell’adattamento dei componenti grafici a seconda degli schermi di diverse dimensioni, ma nel trovare invece le giuste interazioni, micro-interazioni, dimensioni e disposizioni dei contenuti… qualche volta addirittura nello stravolgere completamente le logiche di utilizzo dell’interfaccia. L’utilizzo di un telefono avviene attraverso un dito, quello di un desktop attraverso un puntatore con la precisione di 1 pixel. Cosa significa? Che l’ergonomia di un dispositivo mobile gioca un ruolo cruciale nel design: i bottoni, i contenuti testuali, i menu devono essere tutti concepiti affinché possano essere toccati con un dito. E fidati: un dito è ben più largo di 1 pixel!

4. Sviluppare sapendo chiaramente chi è l’utente finale sarà la chiave per prodotti che funzionano

Una delle fasi del design thinking (il processo progettuale che ogni UX Designer mette in pratica quando lavora) è quella di identificare le personas, ovvero dei personaggi immaginari creati durante la fase di ricerca, che identificano gli utenti che utilizzano un sito o un prodotto fisico o digitale. La fase di identificazione delle personas è fondamentale non solo durante la fase iniziale di ideazione, ma soprattutto durante tutto l’arco di vita progettuale, per avere chiaro in mente PER CHI stai progettando. Come frontend developer, sapere per chi stai sviluppando il tuo prodotto sarà una delle skill che ti farà fare il salto di qualità professionale. Il tuo lavoro di sviluppatore è molto di più che spostare pixel e padroneggiare fluentemente il codice. Ricordati: stai sviluppando per delle persone in carne ed ossa, non per dei robot.

5. Svilupperai empatia

Uno degli aspetti che ho sempre fatto fatica a comprendere durante la mia carriera da designer è quanto determinati sviluppatori siano maggiormente propensi a portare a termine un determinato task nel più breve tempo possibile. Certo, ci sono metodologie e tempistiche da rispettare, soprattutto quando lavori in team strutturati, tuttavia è importante capire che se necessario è meglio spendere del tempo in più per un risultato ottimale che poco tempo per un risultato mediocre. Cosa c’entra questo con l’empatia? È molto semplice: un risultato mediocre è nella maggior parte dei casi poco utilizzabile dall’utente finale, forse perché c’è qualcosa di non chiaro sull’interfaccia, forse perché qualcosa è poco ergonomico. Che sia furbizia o semplicemente pigrizia, quello che conta è che non stai empatizzando con l’utente. Se non proverai a metterti nei panni di chi utilizza il tuo sito o prodotto avrai risultati pessimi, credimi. Solo attraverso un esercizio di autocritica, studio e applicazione riuscirai a sviluppare l’empatia.

Come imparare la User Experience?

Se la strada che stai perseguendo è quella del frontend developer, studiare la User Experience potrà essere il tuo cavallo di battaglia, quello che ti differenzierà da tutti gli altri tuoi colleghi. Chiaro, non serve che tu conosca la disciplina in maniera dettagliata come un designer, motivo per cui lo studio dai libri è più che sufficiente.

Da User Experience Designer non posso che consigliarti due capisaldi della disciplina:

Chiaramente questi due libri ti forniranno delle solide basi di User Experience per un frontend da cui partire. Tuttavia starà a te formarti e aggiornarti in maniera costante: gli strumenti che utilizziamo tutti i giorni cambiano, le tecnologie cambiano ma soprattutto le persone cambiano.

L’importante è che tu non rimanga fermo.

A presto!

Dario

Crediti immagini: Unsplash

Dario De Micheli

Dario De Micheli

Imprenditore e innovatore, classe 1992. A dicembre 2022 ho fondato Moonify, società SEO e AI Content Marketing che aiuta le aziende a posizionarsi sui motori di ricerca. Nel 2019 ho aperto questo blog con l'obiettivo di raccontare le potenzialità infinite che il web ci offre. Oggi Nut For Me è un blog di condivisione su tutto ciò che gravità intorno al mondo del business, online e non.

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